giovedì 24 dicembre 2009

Ho iniziato a sognare con Fabio,

un pomeriggio di giugno, quando anche un Gioco era una cosa più grande di noi

– e dirsi Amici, ancora di più - …



il re degli Unni guardava Roma
Uomo di poca fantasia
Lui la scambiò per una Stella
(…)
Quando il leone gli prese la mano
Lui alzò il pugno e il suo mantello
(…)
Lui era proprio suo Fratello
Flagellum Dèi
(…)
E fu per ignoranza o per sfortuna
Che questa stella figlio è ancora Roma



(A. Venditti – Attila e la Stella)




Ho seguitato a sognare con Andrea,

arrivando a manetta in una clinica quando ho visto un piccolo Gnomo
– molto, molto più grande di noi –
che sembrava sorridere,

riempirmi il cuore…





(…)
E senza te mi perderò
Piccolo Uomo non mandarmi via
È l’ultima occasione per Vivere, vedrai che non la perderò, avrò sbagliato si lo so
Ma insieme a te ci riuscirò
Certo se fossi al posto tuo io so già che cosa mi direi
Da solo mi farei un rimprovero e dopo mi perdonerei

(Mia Martini - Piccolo Uomo)



Ho amato, infinitamente amato, sognare con Andrea,

di notte – quante, troppe, Notti - a risuonare come chiavi sbattute ad una ringhiera d’Anima alle mie etiliche follie a raccontarsi di piccola e grande Vita

– quanta, troppa Vita - …




Venne alla spiaggia un’assassino
Due occhi grandi da bambino
Due occhi grandi di paura eran gli specchi d’un’avventura
E chiese al vecchio dammi il pane
Ho poco tempo, e troppa fame
E chiese al vecchio dammi il vino
Ho sete e sono un’assassino
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
Non si guardò neppure intorno
Ma versò il vino, spezzò il pane per chi diceva ho sete ho fame

(F. De Andrè - il Pescatore)


…Andrea che non avrò mai abbastanza forza ed energia per ringraziare di essere e di esserci stato, come pochi in vita mia, nel suo primordiale Istinto ad ascoltare, a non giudicare, a non chiedere mai nulla in cambio, ad avere, per te, una buona parola proprio perché, di te, sa tutto,

ma tutto proprio…



Ho continuato a sognare con Riccardo,

che nella sua bella Anima candida, probabilmente, è l’unica, vera, Essenza Coratella di tutti Noi,
sdraiato una Notte,
- profumo intenso dei glicini, platani a scorrere come pellicola di quel film allegro in bianconero -
sulla moto con lo sguardo che sorrideva, abbracciava e faceva caldo dentro,



…Dentro…



siamo solo noi
che andiamo a letto la mattina presto
ci svegliamo con il malditesta
siamo solo noi
che non abbiamo vita regolare che non ci sappiamo limitare
(…)
Siamo solo noi
Sai che cazzo ce ne frega a noi…
(…)
Siamo solo noi, generazione di sconvolti
che non han più santi né eroi…

(Vasco - Siamo solo Noi)





Ho insistito a sognare con Pierfrancesco,
allentato dalla sua faccia burbera ad un Sorriso grande che sa più di vero ogni giorno che lascia dietro un giorno andato…


- lacrime tra la Pioggia di Sorrisi –





Vivere, è passato tanto tempo, vivere,
è un Ricordo senza tempo, vivere,
è un po’ come perder tempo, vivere e sorridere
(…)
senza perdersi d’animo mai
e combattere e lottare contro tutto, contro…
Oggi non ho tempo,
oggi voglio stare spento…
Vivere e restare sempre al vento a vivere e sorridere dei guai
e pensare che domani sarà sempre meglio…



(Vasco - Vivere)



Ho delirato un Sogno,
– knocking’s on the heavens’s door –
mettendo queste Anime e Cuori su un muretto di pietra


affacciato su tutta la nostra Strada
– d’Argento ed Oro - ,
schiacciato
p e s a n t e m e n t e
da uno stellato toscano,
abboccato e persistente – note di legnosa, fruttata, commozione - ,
sdraiato sulla Val d’Orcia a respirare aria fresca sul viso,
ce n’era bisogno,
a chiederci se, come e quando esistessero Sogni più lunghi, più intensi, più veri, più folli…




Ho messo tutti questi sogni in stand by,

- a quota 2.999, Pier, perché l’aria, lì, è rarefatta ed è facile rimanerci -
forse messi via in una stupida busta blu insieme ad un gilet pieno di toppe cucite di vita, e ad un pugno di maglie e maglioni intrisi di polvere di strada e di strada da fare,
perché non ho più voglia, più forze, più energie,
perché ne ho le tasche piene di dimostrare qualcosa a Qualcuno,
di non dimostrare qualcosa a Qualcuno,
e, se non sarà più Coratella,
- Minuetto, che, anche questo, fa male -
oggi,
domani,
è sempre l’euforico senso di delirio,
è sempre Nostro,
è sempre Vino che s’addensa allo Stomaco e fa rock’n roll…
Voi, Uomini, voi si, avete, ognuno, di me, una mia parte Migliore…


 
 

E, uno dei ricordi più belli che ho di questa Vita,
è avervi avuto quella sera come Serafini della Pazzia di fianco a me…
a ricordarmi che sarei molto più povero su quel muretto di pietra vissuta…
Se non ci foste stati anche Voi…
Se non ci foste anche Voi…
Se non ci sarete, ancora, Voi…
Bevici sopra, è l’ultima bevuta vestito così,
- ferita che non si può disinfettare -
pesante come il piombo,
domani manca equilibrio, domani è malditesta…
ma, oggi, loro, gli altri, non sanno com’e’…
fategli dare di gas,
arriviamo dopo,
come sempre…
ma ce la siamo bevuta tutta quella Strada…ed è la nostra – solo Nostra - Strada…




Terminillo, Rieti, Campotosto, Urbino, Gubbio, Montefiascone, Bolsena, Torgiano, Bevagna, Montefalco, Spello, Fiumicino, Pienza, Bagno Vignoni, Roma…


E se ricordate era quasi sempre Pioggia, acqua di Noi, Onde di gioia…
A farcela più difficile, a farcela sudare tutta quella strada, tutto quello stare insieme…
…Cuore, controcuore, Anima…qui non so se piegano così…
ad un millimetro dalla Strada del Noi…
se sentono il
N O S T R O stesso odore d’asfalto e di pioggia,
di lacrime vicino al sudore,
- al sangre rosso porpora - di Emozione di uno Scarico d’Anima…





A Voi, compagni di Moto, compagni di Vita,

Voi, Senso che ho di Me, compagni di Emozioni, bestemmie e aria,
a Voi che ci sarà - comunque - altra Strada insieme…come sempre, Insieme…
a chi ci è passato da qui,
a tutta la Nebbia che ho visto salire leggera,
a chi ci ha pensato,
a chi ci ha pesato e sorriso,
a chi mi ha fatto straincazzare e bestemmiare il Cielo,
a chi mi ha fatto piangere come un’idiota per un cagnolino perso,
a Voi che su quello stupido, lucido, Ferro mi avete a volte tolto ancora il fiato,
che mi avete fatto sorridere, ridere, delirare,
che mi avreste fatto amare seduto alla nostra stessa tavola anche il mosto,
Voi che in questo istante non mi capite e che, nonostante tutto, mi conoscete forse meglio di me,
a chi, invece, non ci ha davvero capito quasi nulla,
a tutte le cose, le persone, i profumi, i segni sulla Pelle e le sensazioni che mi hanno dato la voglia e la gioia, e non potete capire quanto, di scrivere qualche riga – senza nessuna pretesa, ma - fuori pista, e, soprattutto, la pienezza di sentire che, forse solo in qualche parola, ognuno di Voi, in silenzio ci si poteva specchiare o correrci dentro…liberi…liberi come siamo…


…e niente più, niente Prima e Dopo...





Mastro Cazzaro,
Asciammmerda,
Aengus il Vagabondo,
Roberto,
Ar




sotterrando l’Ascia…di guerra…




Sempre, uno di Voi…





Piesse: non era una scusa, tutto questo…ma…Buon Natale








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