mercoledì 17 dicembre 2008

...mattina di ordinaria follia...

E’ mattina presto e, come al solito,
mia moglie mi sveglia con la tazza tracimante di caffè bollente…
apro gli occhi e sento che, incessante, scende una pioggia battente
che mi urta trementadamente il risveglio…

"vieni in macchina con me?, diluvia!"

mi rimbalzano davanti agli occhi i chilometri infernali di macchine in fila,
di gente bestemmiante,
di pullman stracolmi,
di personaggi nelle loro inutili utilitarie che cercano di misurare la loro allegra furbizia…

ovvio che anche oggi, come ieri, come domani, come ogni santo giorno,
girerò la chiave nel blocco dell’accensione della mia moto...
...apro la porta di casa...
e trovo un muro d’acqua immediatamente davanti alla visiera del mio integrale...
non ho nessun dubbio, laverò via il mio sonno con quest’acqua,
preso solo dal mio interrogarmi se percorrere la statale che porta a Roma
o attraversare tutta la città...


Riders on the storm, Riders on the storm
into this house we're born
into this world we're thrown
like a dog without a bone
an actor out alone Riders on the storm


The Doors - Riders on the storm



troppe scuole, troppi uffici, troppi parcheggi in doppie e tripla fila...
e mi ritrovo lungo la statale, quella maledetta strada di tutti i giorni,
sconnessa e malconcia,
riparata nelle sue distruzioni come un vecchio cappotto di trentanni fa, pieno di toppe...
dopo 5 Km, in piena discesa, la moto ingolfa...


sobbalza...
sussulta...
esala un respiro e si spegne...sotto il diluvio...

sotto un peso infinito di mie imprecazioni...
provo ad avviare....niente....gira a vuoto.... e mi rassegno a spingere, accanto al guardrail,
un piede dietro l’altro dentro l’acqua che si fa sempre più pozza,
che diventa piccolo torrente, scivoloso e odiodo...

si ferma lo scooterista che ha poco dello scooterista,
chiedendomi se avessi bisogno di spinta, di aiuto, di soccorso...
lo libero da quella promessa di aiuto, appoggiandogli una mano sulla spalla,
in cambio di una stretta al mio avambraccio,
un piccolo gesto di complicità in mezzo a quel mio piccolo dramma,
che mi fa stare meglio...

riprendo a spingere...
duecentoeunpezzo maledetti chili sotto l'acqua torrenziale...
riprovo ad accendere.....i miei scarichi aperti scoppiettano...
il motore sembra girare ad un solo cilindro...
e si spegne nuovamente...spingo...
si avvicina un motociclista che mi offre aiuto e tra me e me
– mentre come un’idiota sorrido compiaciuto per questi gesti -
penso che in fondo, c'e' un barlume fioco di speranza in questo mondaccio di schifo...
anche se mi passano di fianco colonne di automobilisti
che non trovano di meglio che guardare,
quasi soddisfatti e compiaciuti di essere all’interno di quello che è
l’unico acquario in cui l’acqua si trova al di fuori...
qualcuno sorride addirittura...
ma ho troppo entusiasmo da investire in queste situazioni di Vita
per poter anche solo pensare di imprecargli addosso...

inizio a sudare sotto gli strati di giubbotti, cerate, stivali e protezioni...
mi tolgo i guanti e lo scaldacollo, e mi accendo un sigaro nonostante il diluvio...
amo essere investito, anche in questi momenti,
dalla percezione precisa, controllata, totale,
della lentezza degli attimi che insieme fanno tutta una Storia
Slow life
spingo...
e mi viene in mente che ieri sera, alle 20:30 ho fatto benzina ad un self service
che non ha certo un buon nome da spendere...
...vuoi vedere che... affondo tutto il mio peso sulle forcelle,
la scuoto imprecando con la medesima violenza...

parte...scoppiettano ancora gli scarichi,
l’aria intorno a me si riempie di odore di carburante,
ma parte...
salgo in sella e riesco a fare 200 metri dopo quasi un chilometro di spinta...
ma incasso un altro destro da questa mattina assurda,
e la moto si spegne di nuovo...altri affondi, altre imprecazioni...
riparte...aumentano i giri come il pianto di un ragazzino che gioca con i suoi capricci...
e aprendo il gas lentamente, si alza la voce del motore...
salto in sella e riparto...

...mi sento Attila alla conquista di questa Roma infame,
piena di buche,
di pozze infinite,
di alberi caduti,
di strade che non drenano e che mai hanno drenato,
di amministratori bianchi, rossi e verdi che siedono divisi per rubare uniti
attingendo i loro 30 denari dalle stesse pozze maledette
che trovo sulla strada davanti alla mia ruota...


riesco anche a litigare con un militare che,
in mimetica nella sua auto,
non trova di meglio da fare che suonarmi...chissà perchè...
riesco a trovare la complicità con un camionista che impreca contro la solita furba che,
con il suo amplesso al cellulare,
cerca di infilarsi a destra, ostruendomi anche il passaggio...

2 ore e 15 per fare 27 chilometri...buona media...

e quando arrivo davanti a destinazione,
trovo una donna con una gomma dell’auto a terra e,
in qualche modo,
mi sento di sdebitarmi nei confronti del buon cuore dello scooterista e del motociclista e,
perché no, anche della Dèa Fortuna che mi ha guidato fino alla meta...


buona giornata...bevici sopra, Ascia..









I dream of rain
I lift my gaze to empty skies above I close my eyes,
this rare perfume Is the sweet intoxication of her love
Sting – Desert rose

martedì 25 novembre 2008

...Bonnie Coratella...

Mi piace cristallizzare qualche momento,
un piccolo attimo di una Storia,
tanto per per raccontare com’e’ andata

- o come l'ho visssuta -

e, soprattutto, come va…


Erano i primi di giugno del 2007,

sul forum Banda Bonnisti, a cui mi ero iscritto da poco, appare un post nella sezione Lazio…

Toc toc???”

giusto per farci un aperitivo insieme,
per scoprirci, per raccontarci, per bercela su insieme…


è giovedì 7 giugno 2007…
mi sento un po’ emozionato…so che, alla fine, saremo in due…
...ma se ci metti due moto, un bicchiere di roba buona, una Passione…
...allora sei un esercito….

Roma, Trastevere...Piazza Trilussa…er core de Roma…
C’è una bonny nera e rossa, c’è un casco nero in pelle, con un 8 a campeggiare su tutta Roma…
c’è un “ciao”, una stretta di mano che non è mai finita,
un bicchiere dietro un altro a raccontarci chi siamo,
cosa facciamo,
ma soprattutto come vorremmo andasse a finire…

qualche ora a discutere di come vorremmo trovarci, ritrovarci,
di come vorremmo cercare di compattare un po’ di emozioni tutte insieme…

e c’è che arriva il 20 giugno 2007,
c’è che ci si trova una ventina al Barone Rosso, una pizzeria sulla portuense…
ci sono moto,
truxtun
bonneville,
scrambler
spippoli,
c’è che Eight mi dice che c’è « uno che si vuol trovare un pò prima insieme a noi due »,
c’e’ che arriva Pluto sbarcato dalla Luna dei suoi tatuaggi…
del suo essere rozzo,
bestemmiatore di sfortune, ma con un cuore grande come dieci, cento, mille forum...

c’è che tutto mi sembra nato da questa fotografia





che non vuole escludere nessuno…

…nessuno di quelli che ci sono stati,che hanno partecipato, che ci sono ancora oggi, e dei molti che, so per certo, resteranno per viversi questa entusiasmante voglia di stare insieme...

...c’era Pierfrancesco, Allblack...c’erano Aldo, Ubik, Marcorace, MarcoT100, Carlotta, Staisereno...c’erano molti altri...




ma mi piace pensare che tutto sia nato, ma soprattutto tutto resti, dentro quella fotografia...
non per chi è ritratto nella foto...

...ma per l’abbraccio di questa foto...


perché così è nata Bonnie Coratella,
così abbiamo attaccato un nome alla goliardia ed alle nostre serate,
così abbiamo creato una toppa dopo l’altra,
urlato, sguaiati, il nostro Nun Te Temo ad una boccia di vino,
raggiunto strade e luoghi,
abbiamo riso e ci siamo presi per i fondelli,
incontrato persone, motociclisti,
così ci siamo gemellati con altri fratelli, e organizzato raduni,
così ci hanno anche trovato invadenti e provocatori,
ma, nello scorrere di tutte queste immagini e nel ricordarne ogni singolo frammento,
ci siamo accorti un pò tutti ed un pò per volta, che siamo diventati un Tuttuno...


perché si possono macinare chilometri,
si possono ingurgitare litri di vino,
si possono condividere toppe e spille,
gemellaggi,
modifiche alle motociclette,
aperitivi e cene...



...ma tutto quel che mi rimane, ieri come oggi,
è aver trovato un bel Gruppo,
insieme a qualche ottima persona
ed insieme a qualche meraviglioso Amico...


Non so cosa significhi essere biker per il resto del mondo...
per me non sarebbe nulla senza poter condividere - malgrado il mio maldischiena -
la mia ruota,
le mie emozioni,
le mie sensazioni,
la mia voglia di rimanere un ragazzino,
di farmi prendere dalle lacrime di gioia per un nuovo Pluto al mondo,
di farmi prendere dal panico per le risate in una una notte d'ottobre,
di perdermi nel caldo di un abbraccio,
di rompermi l’anima per le peripezie di un forum di motorelle...

senza Fabio, Andrea, Riccardo, Andrea, Pierfrancesco, Marco, Paolo, Andrea, Federico, Daniele, Francesco...
...e senza tutti quelli che sanno che Bonnie Coratella è


il piacere di dividere un attimo, scanzonato, di vita...

e...

"...io sto bene qui, seduto in riva al fosso..."

... il resto è optional....

...cerca una di quelle buone,
quelle bottiglie che nascondi solitamente al mondo...

...e bevici sopra...

...alla salute dei Fratelli della Bonnie Coratella...


Ascia, Roberto....o, "uno di Voi"....





tra il serio e il faceto....qualche video della Coratella...

http://it.youtube.com/watch?v=a8xEfAegdx4

http://it.youtube.com/watch?v=ZxGY41aPgjs

http://it.youtube.com/watch?v=zlimuO06GMc

lunedì 17 novembre 2008

...un gesto...

È solo un gesto, un impercettibile, il piu’ delle volte, movimento di una mano,
della testa che leggermente si inclina,
di un piede che si stacca dalla pedalina...
è solo un segnale, un atavico simbolo non appreso, ed allo stesso tempo non meccanico,
due dita che si aprono per esprimere la vittoria sul resto del mondo che non comprende
un naturale scambio di conoscenza fra sconosciuti, di riconoscenza fra riconosciuti....



è quel saluto tra motociclisti,
distillato di appartenenza,
come l’intensità olfattiva all’apertura di un vino barricato,
quando ne incroci la strada,
quando ne incontri quell’istante di destino e vivi quel momento di compartecipazione...
com-partecipazione...
ovvero partecipi insieme a chi incroci - fra i solchi di quell’asfalto forse riuscito male -,
delle sue gioie, dei suoi istitni, forse anche di quel pezzo di umana coscienza
e di tutte quelle storie che non conoscerai mai,
ma per cui senti dentro l’impeto di un oceano di fratellanza
...proprio per quel gesto....
proprio dentro a quel gesto...



amo percepire lo sforzo
- seppur minimo -
di chi abbandona per una frazione di vita la sua curva,
per staccare la mano dal manubrio...
- slow life -
amo sapere che esiste una sorta di impegno,
anche fisico,
nell’alzarsi ritti sulla sella della motocicletta per onorare quel senso di comune rispetto,
di unico intento nel bruciare quel tratto di strada che,
anche se in direzioni diverse,
riassume due vite in un momento cosi’ simile,
così pieno di emozioni,
che ne puoi sentire il profumo intenso...

è anche questo un gran pezzo di blues

bevici sopra...
alla salute di quell’uomo che hai appena incrociato....


martedì 4 novembre 2008

...inconsistenze...



Sono convinto ne esista uno per ognuno di noi...
eterea, silenziosa presenza, immagine di noi stessi
con la consistenza delle nostre gioie...e, spesso, delle nostre paure...

L’ho visto con ali sporche d’olio,
con mani callose di manopole consumate sulle mie strade,
l’aria vissuta di rughe di una vita da Oste di taverna,
che ne ha viste,
che ne vede,
e incide sulle pieghe del suo volto le mie storie
e, sempre, quelle benedette e maledette strade,
con i loro rettilinei a rincorrere ansiosamente il cielo,
con le loro curve a scartare d’un fiato un sorso di malinconica euforia...

l’ho percepito sulla sella della moto,
dietro di me,
inclinare una piccola piega sufficiente a schivare quell’auto impazzita...

l’ho ascoltato sussurrarmi all’improvviso prudenza,
in un brivido gelato lungo la schiena
quando in mezzo ad un’incrocio non sarei mai stato solo...

l’ho visto scivolare con me sull’asfalto bastardo,
e, prepotente, calare le mani sul manubrio
a fermare le mie due ruote prima dell’altra corsia...

e non si dica che è questione di fede...
e non si dica che è solo destino...

ha tutto un gran ritmo

- come il tuono di un gospel

bevici sopra...
e fa un po’ di posto anche a lui...
...l’angelo del biker...



lunedì 27 ottobre 2008

...libertà...

Biker...

Libri, forum, blog, convegni...
Si sprecano parole, fogli di carta, pensieri, enciclopedie

per cercare di riassumere,
di spiegare cosa significhi essere un biker...
... e forse ognuno ne ha una sua appropriata conoscenza,
una sua dignitosa interpretazione,
un suo esistenziale modo di esprimerlo...

forse esiste un minimo comune denominatore tra
chi indossa una tuta in pelle, lanciato nel guscio della sua carena
chi si unge le mani d'olio e grasso bestemmiando con una catena e un carburatore
chi preferisce vivere una strada in solitaria attesa di un fermoimmagine,
chi macina chilometri di fratellanza con il suo gruppo,
chi consuma le gomme tra fiumi di calici di vino....

Forse esiste, tra tutti questi personaggi,

sotto a tutte queste maschere,

l'istinto primordiale del senso di libertà...

la voglia estrema e perversa
di viversi quell'attimo di piacere
di compiacersi di morbosa leggerezza
di ironico desiderio di prendersi una strada, o di vivere, che è lo stesso …

e tutti quanti,
corsaioli, unti o bestemmiatori,
solinghi o viziosi,
non saranno disposti per nulla al mondo
a perdersi quegli attimi,
quelle emozioni di pioggia bollente,
barattandole per nulla al mondo,
neppure se qualcuno, un dio cattivo, un uomo piccolo o chissà chi,
cercherà espedienti inutili per togliere loro
la necessità di lasciar esplodere dalle viscere del loro stomaco,
tutta quell’incessante voglia di libertà

che già a scriverla non è facile…

- inarrestabile rock ‘n roll

bevici sopra,
e stavolta, fallo da solo…

- slow, slow life

senza perderti un attimo della tua libertà…



venerdì 26 settembre 2008

...bambino...




...èssì….


spesso
ci si sente un po’ bambini….


si rinfrescano emozioni regressive,
sensazioni di istinti,
di pulsioni viscerali,
di non mediazioni…

spinti magicamente dal vento sull’altalena della vita,
a tirare colpi bassi alle biglie della tristezza


a dargli di gas,



quando chiudi il casco e tiri giù la visiera,
quando sai che sei solo
eppure ti corre lungo la schiena quel qualcosa di meravigliosamente liberatorio,
e stringi le ginocchia al tuo serbatoio,
facendoti sempre più piccolo,
a tagliare l’aria pesante dei tuoi incubi, delle tue debolezze,
e senza vergogna,
senza ansie…

correre dietro, lentamente,

- slow life

al bambino che hai dentro,
supplicandogli di non lasciarti mai…

...una ninna nanna....

bevici sopra…

solo, o insieme al tuo bimbo

lunedì 22 settembre 2008

...sdraiarsi con una Donna...

immagini una Donna,


la tua Donna,
e se pensi ad una similitudine con la tua motocicletta,
speri di trovarla in una carena...


le sue forme, la sua delicata voglia di tagliare il tuo vento...

balle....
se pensi alla tua Donna,
sia quella per lasciarsi amare un momento di rabbia,
sia quella che ti ama disperatamente rimpiangendo in qualche modo di averti nel letto tutte le mattine,

bhè, quella Donna è come i tuoi scarichi...





ne vedi il medesimo Erotismo di quella cromatura
che al riverbero del sole ti fa sentire invincibile,

senti la stessa Passione, lo stesso sgomento
- per tutti gli dèi -
del suono dei tuoi scarichi,
a scalarne febbrilmente tonalità sconosciute...

il vociare cupo dei suoi bassi,
il corposo dolcemente molesto delle sue vibrazioni,
il greve dei giri del tuo motore impazziti sotto il tuo polso,

e la sentirai bruciare in un respiro riflesso in un fuoco indimenticabile,
tutte le volte che ti farà sentire vivo,

- slow life -

in quell’istante di dolcezza...
in quel momento di prepotente presenza,

un decibel per ogni battito di cuore,

- slow heart -

per un frastuono di sudore sul suo corpo nudo,
teso,
a stringere le labbra in una contratta infatuazione,
a colare una goccia di terso piacere sulla fronte,
a trasudare di ritmica gioia,

- slow sex -

tutte le volte che ti farà sentire vivo,
soffocando ed amplificando il gas dei tuoi istinti,
delle tue incontrollabili emozioni,
del tuo eterno rincorrere sensazioni...

del tuo Amore...

un ocho...un passo incrociato di Tango...

bevici sopra...
perché tutto ciò che vuoi e che hai sempre desiderato,
è quello...

bevici sopra...

insieme alla tua Donna...











sabato 20 settembre 2008

...specchietto...

La mia gente....
il gruppo...
l’amicizia...
un Amico

mille variabili esistenziali per dirsi che siamo passati di qui,
siamo ancora qui a domandarci se ci stiamo chiedendo troppo
e, forse, se ci stiamo concedendo troppo poco...

ho sempre considerato un Amico come un concetto statico...
come un fermo immagine della Vita...
Slow life...
un condensato di sogni troppo grandi,
di parole mantenute sopra tutto e sopra tutti,
di gesti esageratamente compiuti...

poi il tempo scorre,
troppa pioggia batte sulla strada della Vita
e, sempre più, ho la sensazione che esista una similitudine nell’immagine
che trovi riflessa nel tuo specchietto...




sai che esiste un legame
a volte indissolubile,
altre volte leggero e scanzonato,
altre ancora romanticamente rabbioso
con la figura proiettata nello specchio della tua moto...

e se ti attacchi leggero al gas con tutto il peso della tua giornata,

perché in quell’istante preciso quella è la tua strada
lui


- compagno di emozioni -

sembra dissolversi in un infinito dietro percettibile...
un dietro percettibile perché sai che c’è,
sai che occorrerà aspettarlo, o forse, fermarti, a volte anche ripercorrere in senso opposto la strada, la tua strada,


slow street...


altre volte sembra così vicino che percepisci nello stomaco il rombo cupo e pieno dei suoi scarichi, dei suoi cavalli pesanti...
e arranchi, e bestemmi un cielo rosso sangue, perché anche se stai davanti a lui


- compagno d’asfalto -

senti la sua sagoma nel tuo specchio così immensa che sembra inghiottire

te,

il serbatoio della tua moto

e tutta la strada con l’intermittenza delle sue strisce,


eppure sai, con cinica certezzza sai,
che quando abbasserai il cavalletto del tuo cavallo da corsa,
spegnerai l’immagine dello specchio
solo per vedere, sentire, odorare,
tutta la Passione di quell’Amicizia
al tuo fianco, e,




rhythm ‘n’ blues....

bevici sopra....

in mezzo alla tua gente...


mercoledì 17 settembre 2008

...il Vino...



Allora si vada con ordine…



Bere un buon Vino, si diceva…

Sono nato nella terra del Nebbiolo,
là dove colline moreniche sono a due passi da cittadine avvolte nella nebbia,
e come scriveva Mario Soldati, "il vino è poesia della terra"


la nebbia, maledizione e fortuna di una terra…
"…altro il vino non è se non la luce del sole mescolata all'umido delle vite" sentenziava Galileo…

altra sensazione di vita intensa ma estremamente l e n t a
là, in quella terra dove il Nebbiolo perde, l e n t a m e n t e il suo nome per diventare uva Spanna,
l’Uva Spinea che Plinio nel I secolo definiva
quae sola alitur nebulis”, “la quale sola si nutre di nebbia”…
un vino per cui, già nel IV secolo, Trivulzio scrisse “bibe vivas multis annis”, “bevi vivrai molti anni”…

là, in quella terra dove nacque la prima cantina sociale italiana, in un lontanissimo 1891..

dove puoi sentire il corpo, il profumo, gli aromi e la storia


del Nebbiolo,

della Vespolina,

della Bonarda - l’Uva rara- …

e il ricordo, perenne, di quando, da bambino, si “cavava” il vino da una dama da cinquanta litri
per armare un intero, piccolo, esercito di bottiglie…

quella era Slow Life...

quella era un'intera frazione di esistenza vissuta intensamente,
che riusciva ad emozionarti,
che sapeva come conquistarti...

e che ritrovo ogni volta che, in mezzo alla mia gente...


...condivido l'attimo erotico di

bere un buon Vino...









martedì 16 settembre 2008

...interpretazioni...

essì, come in tutte le cose,
come in tutte le cose della Vita,


è questione di interpretazioni,
di sentirsi più in là o più in qua di una linea,
a volte sottile, a volte netta, demarcata, demarcante...
sono arrivato ad una mia lucida - pur sempre mia - interpretazione delle cose, delle cose della Vita...
credo non vi sia nulla di giusto o di sbagliato...


è....

molte cose sono e basta, senza chiedersi un perchè...
abbiamo un limite di confine con il prossimo,
dopo aver tentato invano di scavalcare noi stessi...

e vengo all'interpretazione...
a volte mi guardo in giro e trovo sia tutto maledettamente veloce...
e credo, anzi, ne sono sicuro, che dovrebbe invece essere tutto maledettamente lento...

bere un buon vino...
sdraiarsi con una donna...
accompagnarsi ad un amico...

vorrei riprendermi una vita...L E N T A.....slow life...

"C’è una motocicletta che se ne frega delle mode,
e dagli altri non ha copiato niente.
E’ in giro da cent’anni.
Ma non è cambiata cento volte.
Ha due cilindri e un carburatore e poche valvole e pochi pezzi per restare una motocicletta,
per durare nel tempo.


C’è un motore che vibra e che vive, che è vero, che non divide nulla con la tecnologia spaziale.

C’è ancora qualcuno che misura la leggenda in secoli e non in secondi,

c’è un sistema di essere felici a 30 all’ora,

c’è un modo di andare in motocicletta senza sfidare il mondo intero,

ci sono spazi che vale la pena ancora di vedere al rallentatore,
senza record casello-casello,

senza duecentosettanta all’ora,

senza spaccare una gomma in mille chilometri,
c’è una motocicletta che non batterà limiti di accelerazione, che ha sconfitto tutti gli attacchi.

Una motocicletta che può girare senza il nome sul serbatoio
e senza essere scambiata per qualcun altro.

Sono ancora in giro per il mondo e per l’Italia, quelle belle motociclette semplici, sane, robuste,
figlie del cuore
e non del computer.

Quelle motociclette alle quali voglio bene.”


Carlo Talamo




ancora ruote...

dicono sia difficile spiegare chi fu Carlo Talamo...


probabilmente per il grande pubblico è colui che ha dato fasti in Italia a due grandi marchi come Harley Davidson e Triumph diventandone, a metà degli anni '80 per l'americana, ed ai primi degli anni '90 per la british, importatore italiano.


marchi che puzzano di motociclismo,


di storia,
di sudore
ed anche di sangue,
di olio perso e ritrovato,
di bestemmie e di sorrisi...








"Potrebbe essere. Oppure no. Forse vado qui. Ma invece vado la'.
Trecentosessanta gradi di bussola. E in mezzo ci sto' io, che ho dubbi. Che oggi penso a te. E domani, non lo so. Succedono tante cose che io non riesco a vivergli dietro.
Cosi', ogni tanto, faccio il gioco che il mondo l'avevamo chiuso nel '73.
Che tanto, tutta la mia felicita' esisteva gia'.
C'erano Battisti, Jim Morrison e le Mini Cooper, il mare stava solo a Fregene,
una radio a pile era tutta la mia musica e la tv aveva solo due canali.
C'era poco e volevo poco e il cuore mi si riempiva con pochissimo.
Col suono dell' Italjet mentre tornavamo a casale domeniche d'inverno.
C'era poco ma c'era tutto.
Non c'erano gli air bag ma c'era l'Harley (anche la Triumph)
non c'erano i calcoli pero' c'erano i SOGNI.
C'erano pochi soldi ed un sacco di idealiche non si raggiungono mai.
E qualcuno ha smesso di sognare.
Di inseguire il cuore.
Di avere dubbi.
Bambini invecchiati senza piu' desiderio di diventare pompieri.
Di guidare una macchina rossa.
Di avere unna donna innamorata e una motocicletta cromata.
Tutto negato.
In cambio di un posto sicuro e una berlinuccia a 4 porte.
Io chiudo gli occhi.
E sogno piu' forte.
E spero che adesso che mi svegliero' tutto sara' come volevo io.
Con un grande cuore , le cromature e la musica.
E che tutto non cambi mai.
Che di bellezza e compagnia avro' sempre bisogno."

Carlo Talamo


per chi volesse bere qualcosa di piu' segnalo un sito più che eccellente...
http://www.fedrotriple.it/carlotalamo.htm



passione numero uno...




non cronologicamente rilevante l'ordine di queste mie....
ma...
ma....capita che hai voglia di salirci sopra,


di sentire che qualcosa vive e vibra sotto di te,
di sapere che stai per prendere il vento in faccia,
che stai per sentire il sole che ti scalda,
l'acqua che ti benedice...



smetti di pensare al mondo esterno come visto da un acquario,
tutto si fa più vicino,
la strada sta appena sotto di te,
il cielo appena sopra di te,
hai la sensazione di respirare tutto quello che ti circonda,
riesci a percepire paesaggi, suoni, odori, persone in movimento, particolari di distrazione...

a volte hai necessità di goderti tutto questo da solo,
di dover riflettere insieme ad una piega,
di dover parlare con la manopola del gas,
per spiegare che ci sono particolari emozioni che non vanno confuse...
altre volte senti il bisogno di stare nel tuo gruppo, in mezzo alla tua gente,
senza fissa dimora se non le selle,
senza meta se non un tavolo, davanti ad un bicchiere di vino e ad una risata,
che,
a tutti noi,
scalda il cuore come raccontarsi di esserci stati, ed esserci stati insieme....

tutto il resto è...qualcosa di diverso....


tutto questo è la tua motocicletta....








giovedì 11 settembre 2008

Aengus il Vagabondo...



Ecco il tipico post di....benvenuti....

perchè un blog?

perchè "questo" blog?

non so....
so che c'è da dirsi, da raccontarsi, da raccontare....
c'e' un Viaggio, passato, presente e futuro da raccontare e da...raccontare a sè stessi....


<< Fu così che al bosco andai,
chè un fuoco in capo mi sentivo,
un ramo di nocciolo io tagliai ed una bacca appesi al filo.
Bianche falene vennero volando,
e poi le stelle luccicando,
la bacca nella corrente lanciai e pescai una piccola trota d'argento.
Quando a terra l'ebbi posata per ravvivare il fuoco assopito,
qualcosa si mosse all'improvviso e col mio nome mi chiamò.
Una fanciulla era divenuta, fiori di melo nei capelli,
per nome mi chiamò e svanì nello splendore dell'aria.
Sono invecchiato vagabondando per vallate e per colline,
ma saprò alla fine dove e`andata,
la bacerò e la prenderò per mano;
cammineremo tra l'erba variegata,
sino alla fine dei tempi coglieremo le mele d'argento della luna,
le mele d'oro del sole. >>